Ormai sterile

aprile 20, 2013
Cinquemila Chilometri Al Secondo

Cinquemila Chilometri al Secondo, Manuele Fior.

Ho sognato che avevi pubblicato una foto di me e te scattata da un tuo nuovo amico a nostra insaputa quando eravamo ancora innamorati l’uno dell’altro. Eravamo a Roma o in una qualche capitale europea, seduti su una panchina di marmo a goderci la sera silenziosa. Io seduto, tu sdraiato e con il busto fra le mie braccia. Tu mi guardavi, io ti abbracciavo cercando di scaldarti un po’.

Io c’ero per te, tu per me. Questo era il bello in noi.

Questo è quello che mi manca da allora.

La risposta che ti devo

novembre 26, 2012

Questo post probabilmente sarà incomprensibile per molti e una ragione c’è: è la risposta ad alcune domande che mi sono state poste da un uomo di fede. Purtroppo non ho potuto rispondergli in modo diretto perché dette domande sono state poste fra i commenti ad un video di youtube che purtroppo non è più possibile commentare e l’unico modo che ho per dare a quest’uomo una risposta articolata è sfruttare questo spazio dove non ci sono limiti sulla lunghezza dei commenti. Non so se il diretto interessato leggerà mai le risposte alle sue domande ma mi sembra doveroso e rispettoso fornirgliele.

Mi hai chiesto:

“Come fai ad avere fiducia in qualcosa (te)che è frutto del caso? Come fanno ad avere valore i tuoi pregi, se come modello d’esempio hai solo te(il caso)? Come puoi migliorare i tuoi difetti, se come icona della perfezione hai la fortuna? Basterebbe una diagnosi di una malattia inguaribile od un disastro economico delle tue finanze per far crollare le fondamenta sabbiose della tua fiducia. La Fede e la fiducia sono la stessa cosa, poichè avere Fede in Dio è avere fiducia d’essere una Sua creatura”

Ti rispondo:

La fiducia che ho in me stesso è un processo in essere che cresce o diminuisce man mano nel tempo a seconda degli obiettivi che raggiungo.

I miei pregi, se ne ho, non derivano da un confronto con me stesso ma fra me stesso, i miei valori e il mondo che mi circonda e in cui vivo. Non so chi ti abbia convinto dell’assurdità che io mi confronti solo con me stesso ma è semplicemente falso e sarebbe da parte mia un comportamento che stupido e autistico.

La terza domanda è mal posta perché dai per scontato che a mio parere l’icona della perfezione sia la fortuna. Così non è. Sinceramente dubito anche le esista la perfezione intesa in senso assoluto. Esistono semmai buoni risultati, buoni comportamenti, buone situazioni adatti ad un determinato momento. Ti vengo incontro e rispondo quindi alla prima parte della domanda, cioè: “come puoi migliorare i tuoi difetti?”. Semplicemente ascoltando gli altri e imparando dai miei fallimenti.

Non c’è ragione per cui un disastro economico o una malattia potrebbero minare le fondamenta della mia fiducia in me stesso. So bene di essere un essere con molti limiti, non sono immortale e non controllo l’economia mondiale. Perdere soldi succede, ammalarsi succede. Se domani avessi un infarto non perderei certo la fiducia in me stesso. Tutt’al più avrei meno fiducia nella salute del mio muscolo cardiaco. Se domani perdessi tutto quello che ho non perderei fiducia in me stesso ma probabilmente avrei meno fiducia nelle mie capacità di gestire il mio patrimonio. E’ successo ed ho affrontato il tutto con serenità, uscendone spesso rafforzato. Fra l’altro mentre la perdita di fede sembra essere, a sentire i fedeli, qualcosa di terribile e dalle conseguenze disastrose, perdere fiducia in qualcosa può al contrario portare a dei miglioramenti. Riprendendo i due esempi di prima se avessi meno fiducia nella salute del mio cuore probabilmente prenderei provvedimenti per farlo tornare in salute e se perdessi fiducia nella capacità di gestire il mio patrimonio forse comincerei a fare scelte più oculate, o mi affiderei ad un esperto o comincerei a studiare per capire come gestire il mio patrimonio al meglio.

La Fede e la fiducia sono due cose diverse per definizione (altrimenti non ci sarebbero due termini per descriverle) e puoi verificarlo facilmente aprendo un qualsiasi dizionario di lingua italiana. Se vuoi un aiuto posso dirti che la fede non richiede alcuna prova, è incondizionata. Per esempio tu avrai fede in Dio anche se (possa non succedere mai) tuo figlio si ammalasse e morisse soffrendo. La fiducia invece si basa sul vissuto e su prove concrete. Per esempio: tu avrai fiducia nei dottori che cureranno tuo figlio solo se ti potranno garantire di aver già trattato il suo male con successo e se fallissero la tua fiducia in loro verrebbe revocata.

Maggio piovoso

Maggio 23, 2012

Sotto la pioggia scrosciante l’acqua percorre veloce ogni gradino di Trinità dei Monti.
Mi allontano, voglio vederti come se fosse un caso, come se non fossimo arrivati assieme.
Non vuoi che mi bagni ma non posso ubbidirti. Sorridi rassegnato, protetto dal tuo ombrello. Le gocce di pioggia suonano sorde carezzandone il tessuto.

Click. Una foto ai tuoi occhi meravigliosi.

Andiamo via, abbracciati, cercando un caffè in cui ripararci.
Tu asciutto, io fradicio.
Entrambi felici.

Piazza di Spagna non è mai stata così bella.

Lychee

gennaio 2, 2012

imageD’aspetto non colpisco né per bruttezza né tantomeno per bellezza. La mia scorza è bitorzoluta, sgradevole al tatto – a volte può persino pungere un po’ – ma tutto sommato è sottile. E per chi ha voglia di curiosare al di là della scorza la sorpresa potrebbe essere piacevole: una polpa morbida e profumata. Ma che non vi inganni tanta morbidezza, perché è solo uno strato di copertura di un nocciolo ben solido, che non è possibile notare se non mangiando l’intera polpa. Allora mi vedrete per quello che sono, mentre il mio profumo delizierà ancora il vostro palato.  Alcuni sono attratti proprio dalla scorza e si spaventano alla vista della polpa bianca e profumata. Altri pensano che io sia solo quella molle polpa, e fuggono quando s’accorgono del nocciolo. Pochi mi apprezzano per intero: scorza, polpa e nocciolo. Ma cosa posso farci? Sono un lychee: sono fatto così.

I buoni propositi per il 2012

gennaio 2, 2012

A quanto pare siamo arrivati anche a quest’ultimo “doom’s year”. Tanto vale stilare la lista dei buoni propositi da realizzare prima che tutto finisca. Hai visto mai che si siano sbagliati pure i Maya (o chi cerca di interpretare il loro calendario) ?

  • Voglio imparare il Danese, perché è una vergogna che io non sappia parlare fluentemente la lingua di mio nonno e perché visto come vanno le cose in Italia forse mi conviene accettare l’idea di spostarmi verso climi più freddi fra gente più civile.
  • Voglio seguire la paura per trovare il coraggio, perché questa sembra essere l’unica via: vivere, emozionarsi, piangere, ridere, spaventarsi, soccombere, cadere, rialzarsi. Non voglio più cercare l’equilibrio statico ma un dinamico squilibrio che mi porti a dover rivedere sempre la mia posizione, ritrovare il centro, accettare che le cose finiscono con la stessa facilità con cui possono iniziare e che coglierle mentre ci sono senza pensare con paura a quando non ci saranno più o con nostalgia a quando c’erano ancora ma solo a viverle al meglio mentre esse SONO.
  • Voglio fregarmene degli altri, in senso buono, s’intende. Non voglio più proiettarmi sugli altri, non voglio proteggerli, difenderli da me o da sé stessi. Voglio accettare l’idea che ognuno ottiene il destino che si crea e che solo sbagliando può imparare a crearne uno sempre migliore; o peggiore, a scelta. Quest’anno sarò responsabile solo di me stesso e delle mie azioni dirette. Tutto ciò che è indiretto non mi riguarda più, sono proiezioni altrui e non è compito mio mitigarle, modificarle, renderle migliori o peggiori. Voglio concedermi il lusso di fare enormi cazzate, di agire di pancia e non solo di testa, senza voler prevedere le conseguenze di quello che faccio ma vivendole conscio del fatto che spesso mi sorprenderanno.
  • Voglio ricordarmi chi sono, sempre di più. Rendermi conto di quanto io valga, smettere di guardare gli altri con totale ammirazione e di chiedermi perché la gente arrivi a sopportarmi, a frequentarmi. Non voglio certo dimenticare che il mio margine di miglioramento è ancora enorme, ma ricordarmi più spesso che avermi accanto è una fortuna anche per gli altri, che qualche traccia nelle altrui esistenze sono in grado di lasciarla e spesso è anche bella.
  • Voglio ricominciare a praticare kung fu, perché è una delle poche vere e grandi passioni che sento forti dentro di me e perché aver lasciato la palestra ed il gruppo con cui praticavo prima di trasferirmi nella “nuova casa” è stato un errore madornale. Che io arrivi ad insegnarlo o meno ho bisogno di riprendere in mano le redini del Taijiquan che, assieme al Taoismo, noto che sta assumendo un valore sempre più grande in moti aspetti della mia vita.

Per ora la lista finisce qui, ma per fortuna i post di WordPress sono modificabili, quindi posso sempre aggiungere qualcosa all’occorrenza! E voi, miei sparuti lettori, cosa vi proponete di ottenere da questo 2012?

Se per caso…

dicembre 31, 2011

Se per caso il dio del tempo mi portasse indietro di un anno, proprio ora, cosa farei? Troppo abituato ai rimpianti normalmente avrei risposto che mi sarei adoperato per cambiare mille eventi, cercando di viverli in modo migliore, e invece.

Invece.

Questo 2011 lo rivivrei esattamente come l’ho vissuto. E’ stato pieno, emozionante, intenso, utile. Sono cresciuto, migliorato, ho vissuto emozioni forti come quelle che solo gli adolescenti sono soliti provare e al contempo mi sono accorto di quanto, pur mantenendomi “bimbo” nella curiosità e nell’emotività sto diventando uomo nell’interagire con il mondo che mi circonda. Lo devo ai 32 anni che hanno preceduto questo 2011, lo devo a chi mi ha voluto bene e anche a chi non me ne ha voluto. Ora sono qui, quasi pronto a “gettarmi nelle danze” ad una festa di capodanno e penso con immensa gioia a quello che l’anno che sta per finire mi ha regalato. Sono anche contento per alcune delle cose (e delle persone) che quest’anno sono sparite dalla mia vita. Era decisamente ora. E a chi mi augura un 2012 migliore dell’anno attuale mi viene da chiedere se sia davvero possibile, se me lo merito. Probabilmente si: è possibile e me lo merito. Per ora lo accolgo a braccia aperte, con tutto quello che porterà. Sperando che sia ricco di altrettante emozioni ed altrettanti ricordi dell’anno che sto per salutare.

Non farò ringraziamenti specifici, perché chi mi conosce, chi ha condiviso quest’anno o parte di esso con me sa benissimo quanto gli/le devo, quindi GRAZIE a tutti voi che sapete! Grazie di cuore perché senza di voi probabilmente non sarei così felice e ancor più importante, non avrei ritrovato me stesso con la facilità con cui sono riuscito a farlo grazie a voi.

E prima che gli occhi diventino lucidi vi abbraccio virtualmente, sperando di stringervi uno ad uno molto presto!

Ulisse torna fra i Proci

dicembre 20, 2011

Se me lo avessero chiesto qualche mese fa avrei urlato di dolore al solo pensiero. Invece vederti di nuovo dove tutto ha avuto inizio mi fa ben sperare. Perché so che tu sai dove ti trovi e perché so che quello che farai lo farai consapevolmente. E magari finalmente troverai chi ti darà la forza di vedermi senza soffrire. Soprattutto però, LE stai disobbedendo, e questo ti farà bene. Anzi, forse fara bene anche a lei. Certo, vederti di nuovo lì non era quello che speravo ogni mattino appena sveglio, ma sapevo che sarebbe successo prima o poi, come è successo a me di forzarmi a tornare per non rischiare di volermi aggrappare alle speranze. Sappiamo entrambi quello che ci meritiamo ed entrambi ce lo siamo augurato, quel giorno. Forse non lo troveremo lì, ma la vita è davvero PIENA di sorprese e sia io che te abbiamo ancora tanto da imparare. Non vedo l’ora di rivedere i tuoi occhi sorridere, di chiunque sia il merito, perché lasciarli spenti, senza LA scintilla, è un delitto imperdonabile.

Tutto l’amore che ho

dicembre 18, 2011

Questa mattina ho capito cosa c’era che mi piaceva in questa canzone e nel suo video estremamente naif, ed è qualcosa che solo chi ha vissuto una storia d’amore appagante può comprendere, probabilmente.

La prima fase del video, quella che precede lo scontro  racconta del momento in cui si è pronti a vivere un amore, in cui ci si aggira per una città desolata senza nemmeno troppe speranze di trovare quello che si cerca. Ma l’amore ti coglie di sorpresa, come l’autobus che travolge la macchina nel video, devia il tuo percorso di vita, ti ribalta, manda in frantumi le tue certezze.

E quando sei innamorato ogni difficoltà si affronta quasi con il sorriso: hai la forza di reagire a chi ti malmena, l’agilità di sfuggire ai lupi famelici, la prontezza di evitare ogni proiettile.

Quando poi l’amore finisce può lasciare ferite e successivamente cicatrici che possono fare male ma che sono niente rispetto all’intensa emozione che abbiamo vissuto. E’ bello fermarsi a guardare quelle ferite, ricordarsi la loro provenienza, quanto sia valsa la pena di procurarsele; e io ho la fortuna di poter dire che, almeno una volta nella mia vita, ho vissuto una storia d’amore travolgente, che lascerà per sempre dei segni indelebili in me e che influenzerà tutto il mio futuro.

E se anche questi segni solcano il mio volto e mi capiterà di vederli ogni giorno guardandomi allo specchio, che importa? Ne è valsa la pena fino all’ultimo minuto e quando un altro amore investirà la mia vita non potrò che godermi lo schianto attimo dopo attimo, lasciandomi trascinare via, fino a quando l’energia dell’impatto non sarà di nuovo esaurita e io mi ritroverò di nuovo ferito e sorridente, sdraiato in mezzo alla strada.

Grazie G., senza di te non sarei tornato ad essere me stesso.